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Reality Check sul blocco a ChatGPT

ChatGPT non è più raggiungibile dall'Italia. Il Garante Privacy nella giornata di ieri ha disposto una sospensione del trattamento dei dati poi implementato dalla piattaforma in forma di blocco totale all'accesso al servizio. Questo intervento di buon senso e perfettamente in linea con gli interessi dei cittadini e dei lavoratori, nonché con la legge, ha gettato nel panico e nella disperazione numerosi boomer tecno-soluzionisti che hanno iniziato a gridare al complotto, al sabotaggio del paese, all'odio per il progresso. La reazione scomposta di ChatGPT e il suo blocco del servizio comunicato male ha peggiorato la situazione.

Data la quantità immensa di bestialità che stanno venendo dette, sia sul fatto in sé, sia su ChatGPT, sia sulle implicazioni, ho deciso di fare un reality check, scritto in fretta e furia, a chi negli ultimi mesi si è ubriacato di ChatGPT e sragiona in preda al fervore mistico.

Cominciamo:

Questo dibattito abbastanza scomposto sul blocco di ChatGPT sta facendo emergere il peggio dell'ideologia tecnosoluzionista, portando i suoi aderenti a esternazioni estremiste e di pancia e facendo da cartina di tornasole sulla pervasività di questa logica perversa. Tuttavia sta anche mostrando quante persone sono contente di questo blocco, credo la maggioranza di chi si interessa al tema. Prendiamola come un'occasione per contarci e per mettere in discussione l'infiltrazione di concetti osceni come l'inevitabilità di una data tecnologia, l'equazione tra introduzione di una tecnologia e il “Progresso”, l'associazione tra processamento di informazione ed efficienza e tutti gli altri dogmi propugnati dalla cricca di californiani sotto Adderall. Gli LLM nei prossimi mesi saranno un terreno di scontro ideologico, politico e sociale accesissimo, in quanto nuovo macrotrend spinto dal capitale digitale americano dopo che il Web3 si è rivelato una montagna di fuffa. Siamo pronti?