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Portare la Tech Work Coalition in Italia: i tempi sono maturi per organizzare gli informatici italiani

Ogni programmatrice e ogni programmatore italiano sa che sta venendo truffato nel momento in cui si siede alla scrivania ogni mattina e apre il suo laptop. Lo sa perché ha internet e vede che all'estero funziona diversamente. Nelle serie TV, nei film, nei blog vede gli stipendi d'oro, le tecnologie moderne, le relazioni di potere diverse tra programmatori e manager e vede che, pur facendo lo stesso lavoro, a lui tutti questi privilegi non sono concessi.

Più di altre categorie professionali, tutte egualmente defraudate del proprio tempo, della propria creatività, della propria autonomia professionale e individuale in nome di qualche numerello sulla busta paga del proprio capo, il programmatore italiano è consapevole di questa cosa perché vive costantemente immerso nella contraddizione tra l'internet che racconta gli informatici come la nuova élite di ragazzotti con troppi soldi e troppo potere e la sua quotidianità, fatta di caffè in ufficio alle 8 del mattino, pacchetto di cracker alle 7 di sera e stronzate fatte e disfatte per accontentare un manager che un computer non lo sa neanche accendere.

Non è tutto rose e fiori neanche all'estero, ma quello che ci arriva è che i meno privilegiati tra i programmatori americani, tedeschi, inglesi, cechi, spagnoli, vivono una situazione di maggior privilegio della maggior parte dei programmatori italiani.

E se non siete programmatori ma database administrator, sistemisti, web designer o ancor peggio copywriter, SEO, content moderator, se fate data entry, data cleaning, help desk? Se siete una delle tante categorie che non vengono nemmeno raccontate?

C'è chi si accontenta: in fondo in Italia tutto va male e avere un contratto a tempo indeterminato è già un privilegio. C'è chi nega, facendo conti improbabili sul costo della vita o considerazioni sul meteo e sul cibo in altre nazioni. C'è chi si incazza e studia per capire il perché di questa differenza, che non è semplicemente imputabile alla semplice condizione italiana visto che tante nazioni meno sviluppate hanno un settore tecnologico molto più florido del nostro.

Ecco quindi l'illuminazione: un sindacato. Un sindacato di informatici. Bell'idea. Peccato che ci siano già, e non funzionino se non in piccole realtà. La UIL ci prova e mette una pezza nelle situazioni di consulenza più becera, con gente alle scrivanie trattate come polli in batteria. Però sono irrilevanti politicamente e sindacalmente: il tech worker italiano si sente solo e, giustamente, non crede più nel Sindacato. Senza fini analisi economico-politiche che pur dovrebbero essere digerite da ogni lavoratore, l'italiano è arrivato
a sentirsi tradito da quelli che sono i sindacati tradizionali, ormai rigidi zombie che non hanno saputo adattarsi ad un presente rapido e fluido dove le relazioni di potere nel mondo del lavoro cambiano in maniera frenetica e sono difficile da imbrigliare in categorie rigide.

La soluzione deve quindi essere diversa. Vi presento quindi Tech Worker Coalition (TWC), la scintilla che sta accendendo diversi fuochi sotto al culo di Google, Amazon, Microsoft e molti altri giganti del tech. Per avere un'idea di cosa hanno ottenuto, vi rimando ad un mio vecchio post che ne parla. Nel mentre sono successe tante altre cose e ci sono state tante altre azioni su larga scala. Una ricerca su DuckDuckGo vi darà tutti i risultati che volete.

Tuttavia non su tutte queste azioni troverete il cappello della TWC. Perché? Perché non è un sindacato e non è un'organizzazione. Una struttura del genere rischierebbe di far ripetere ai tech worker gli stessi errori di chi è venuto prima, creando un sindacato zombie col machine learning e la blockchain. TWC è una meta-organizzazione: è un gruppo di persone che aiuta le altre ad organizzarsi nei propri termini, con le proprie idee. Non è certo una cosa nuova, sopratutto in Italia, ma è un'idea che va rispolverata e adattata al contesto del lavoro tecnologico con nuove parole e consci del contesto culturale peculiare dell'IT. I rapporti di potere tra sviluppatore e manager non sono gli stessi che esistevano in una fabbrica: si potrebbe argomentare che nel nostro caso siano molto più vantaggiosi per i lavoratori e che uno sviluppatore oggi abbia più leva di 1000 operai ieri. Non è veramente importante ora, perché se non se ne prende coscienza, questa leva è inesistente.

Abbiamo detto che l'informatico in USA se la spassa, quindi perché TWC sta crescendo così tanto se tutto funziona? Beh, innanzitutto perché non tutti gli informatici campano come ci viene raccontato nella serie Silicon Valley. Quelli sono un'élite che non rappresenta le condizioni del programmatore medio neanche in USA. Poi perché buona parte di questi, sopratutto quelli con ritmi di lavoro rilassati, hanno tempo di leggere e capire le implicazioni di quello che producono e si sta sviluppando la consapevolezza che molti dei prodotti tecnologici che ci vengono spacciati come progresso, stanno avendo effetti distruttivi sull'intera società. Non a tutti questa cosa sta bene, non tutti sono apposto con la coscienza sporca e tra licenziarsi come singoli e combattere come lavoratori per far cambiare strada all'azienda, scelgono la seconda. Infine TWC funziona perché non si rivolge solo ad informatici. Anzi, tutt'altro. Nella mia spiegazione li ho messi al centro perché conosco il mio pubblico, ma la TWC è per ogni persona coinvolta nello sviluppo tecnologico.

L'idea è di mettere insieme chi sviluppa software, chi lo mantiene e chi pulisce i cessi per queste persone. Perché la distinzione tra queste categorie esiste solo fintanto che non si trova un modo per mettere 10 immigrati ricattabili e poco istruiti a fare il lavoro di un singolo programmatore consapevole e riottoso. Non è uno scenario che la tecnologia corrente sembra delineare nel breve, ma questa fede nell'impossibilità di semplificare il lavoro intellettuale è l'unica cosa che si frappone tra il programmatore e il declassamento a bassa manovalanza. Declassamento che prima o poi arriva sempre, se la storia è una buona maestra. Su questo la TWC arriva ad una semplice conclusione: costruire solidarietà tra tutti i lavoratori tecnologici è l'unico modo di difendere i programmatori, migliorare le condizioni lavorative di chi fa le pulizie, chi serve i caffè, chi fa data entry in un cubicolo, chi deve moderare ore di video su Facebook di gente che sgozza bambini e picchia animali. Motivazioni diverse, realtà diverse, obiettivi comuni.

La proposta: portare la TWC in Italia e mobilitare gli informatici italiani. Prima di tutto contro la cultura del lavoro tossica e i rapporti salariali che imperano in Italia e successivamente verso battaglie condivise con quelle dei lavoratori internazionali di cui abbiamo appena parlato. Come fare? Iniziare è semplice: la TWC è un'organizzazione pensata per aiutare le persone ad organizzarsi, quindi aprire un nuovo “Capitolo” è un'operazione piuttosto semplice se c'è iniziativa e voglia di fare. Io personalmente sono coinvolto nell'organizzazione del capitolo Berlinese che ha aperto da pochissimo e ha già iniziato ad organizzare numerosi eventi e attività con molto più entusiasmo e partecipazione (anche in termini di numeri) di quella che mi sarei aspettato.

Cosa vuol dire nel concreto? Vuol dire organizzare meeting regolari che coinvolgano lavoratori tecnologici di ogni estrazione e background culturale. Vuol dire organizzare gruppi di lavoro per problemi specifici: diritti dei lavoratori dipendenti, freelancer, consulenti e body rental, abusi psicologici e mobbing, molestie sessuali, discriminazioni di genere e razza e ogni altro tema verso cui la comunità dimostra interesse. Vuol dire organizzare azioni più dirette: proteste, banchetti o altre azioni più radicali. Vuol dire organizzare gruppi di studio, tecnici ma sopratutto non tecnici, per imparare a difendersi, organizzarsi e capire il perché della situazione corrente. Vuol dire sopratutto mettere in contatto persone: esistono tantissime realtà che non vedrebbero l'ora di interagire con una comunità di questo tipo. Avvocati del lavoro, operatori culturali in ambito tech, altri sindacati più tradizionali. Il terreno è più che fertile, manca solo il seme.

Siete interessati? Siete motivati? Qui a Berlino abbiamo risorse e tempo da investire per supportarvi. In USA ci sono altre persone disponibili.

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