Come i fiumi

L’Adige, il Po, il Ticino, il Reno, il Danubio. Sono tutti fiumi, ben riconoscibili e identificabili. Tuttavia, se ci pensiamo, è un po’ strano. L’essenza di un fiume, cioè la sua acqua, cambia constantemente, eppure quel fiume lo identifichiamo sempre come quello specifico fiume, con il suo nome e la sua identità. Potremmo dire che in realtà il fiume è il suo letto, ma senza acqua in realtà non è più un fiume, è un letto di un fiume in secca.

Spesso si sente dire che per il buddhismo il sé non esiste. In realtà il Buddha dice una cosa un po’ diversa, ossia che il sé è un’illusione perché è un insieme di cinque aggregati (forma, coscienza, etc etc) che emergono in modo dipendente uno dall’altro, in continuo cambiamento e assolutamente non eterni; come i fiumi. Quello che chiamiamo io sarebbe un insieme in continuo cambiamento che ci dà l’impressione che esista una cosa chiamata sé.

Quasi ogni giorno la sera prima di cena o prima di andare a letto faccio meditazione, circa 30 minuti. Praticamente ogni giorno (se sono a casa) prendo il mio zabuton e il mio cuscino da sotto il letto, mi siedo davanti alla statuetta del Buddha (quella bellissima nella foto, è degli anni '80, in ferro e viene dal Giappone) che ho sul comodino, chiudo gli occhi e inizio a meditare. Io sono uno scettico per natura, lo sono da quando all'età di 8 anni ho capito che Babbo Natale non esisteva. Il mio approccio alla meditazione è stato quindi all'insegna di un sano scetticismo. Da sano scettico, posso dire che la meditazione ha migliorato la qualità della mia vita. Persino mia moglie è arrivata a dirmi che si vede quando non medito; cioè, quando non medito per qualche giorno, divento più stronzo. Non sto dicendo che la meditazione sia un'esperienza catartica, no, non succede nulla nella meditazione. I primi mesi ho fatto molta fatica perché non ne vedevo l'utilità. Ma gradualmente, con il tempo, si costruisce una base di tranquillità e una mente rilassata che permette di concentrarsi sul qui e ora.

Durante la meditazione mi soffermo spesso su questi aggregati che compongono il sé. Mentre sono con la mente (relativamente) concentrata sul qui e ora, è (relativamente) più semplice riflettere sull’illusione di un io permanente e immutabile. Trovo molto rilassante e confortante pensare a quello che si definesce io come a un flusso di diversi aggregati in costante cambiamento. Questo non vuol dire sminuire concetti molto importanti nella vita quotidiana come la responsabilità individuale ma mettere le cose in prospettiva: è salutare non essere ossessionati dal concetto di io; siamo aggregati, siamo connessi, siamo un flusso.

#Personale