Il liberalismo non esonera dal leggere la stanza
Preambolo: Sanija Ameti è un’avvocata consigliera comunale di Zurigo ed esponente di spicco dei Verdi Liberali e di Operation Libero (organizzazione della quale sono membro). È agnostica, nata in Bosnia-Erzegovina da famiglia musulmana. Ha fatto scandalo in Svizzera per essersi esercitata con la pistola ad aria compressa su una riproduzione di un dipinto della Madonna con Gesù bambino e aver postato il tutto su Instagram.
Da liberale, non mi interessa molto sapere la religione della persona che ho davanti, non mi interessa molto nemmeno sapere se il mio interlocutore abbia o meno una religione. Il liberalismo si è sviluppato durante i secoli in Europa anche perché eravamo stanchi delle guerre di religione. Per secoli gli europei si sono massacrati a vicenda avendo al loro fianco la loro interpretazione del cristianesimo, il liberalismo ha cambiato questa forma mentis. Mai dare per scontata questa evoluzione: basta guardare un po’ fuori dall’Europa e si constata tristemente di come la situazione non si sia ancora evoluta in moltissime parti del mondo. Siamo molto fortunati a vivere in una società nella quale gli insulti alle religioni non sono causa di linciaggio, dobbiamo sempre tenerlo a mente.
Sanija Ameti non è più una teenager, da politica affermata avrebbe dovuto capire che il suo gesto avrebbe causato un putiferio. In Svizzera un terzo della popolazione non ha affiliazione religiosa ma la popolazione svizzera nel suo complesso attribuisce pur sempre importanza alla religione. In inglese si dice “read the room”, letteralmente “leggere la stanza”, cioè la capacità di valutare e comprendere l'umore o l'atmosfera di una particolare situazione o di un gruppo di persone; la Ameti non ha per nulla letto la stanza. Per fortuna, come scritto sopra, grazie al liberalismo viviamo in una società che non uccide per le offese religiose.
Personalmente penso che le conseguenze subite da Ameti siano state troppo pesanti: sta per essere espulsa dal suo partito ed è stata licenziata dall'agenzia di pubbliche relazioni per la quale lavorava. Molti potrebbero pensare che si sia meritata tutto questo. Capisco il loro punto di vista perché postare la propria “performance” vuol dire decisamente non capire il contesto svizzero, ma da liberale mi piacerebbe vivere in una società che dà il più possibile un’alzata di spalle a simili scemenze, criticando per la mancanza di tatto ma andando poi avanti, dimenticando in fretta. Ovviamente, d’altra parte, come elettori dovremmo sempre tenere in considerazione le capacità di un politico che si rende protagonista di simili “sviste”. Questa uscita della Ameti mi fa pensare, quanto meno, che non sia molto abile a prevedere le conseguenze delle sue azioni, il che non è il massimo per un politico.