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Il racconto di maggio 2023

Al parco non si gioca con la terra, di Giulia Massetto

[Al parco non si corre, non si urla, non si va sul fango, non si gioca con la terra. Lo sanno tutti, tranne i bambini, che a questo punto era meglio stessero a casa a strafarsi di Frisbee, Cartoonito e Nutella]

– Ma si può ridursi così? Vara che roba! Anto, non hai proprio capito un tubo, allora!

– Eh, cara… Sempre così, qui.

– Con tutta la pioggia dell'altro giorno, era prevedibile che ci fosse ancora la merda oggi, qua. Almeno il bianco si può candeggiare…

– Sì, vero, però cazzo… Stasera ce lo butto anche lui, in lavatrice.

– Io ci ho provato prima con il fratellino di Antonio, Edoardo, che mi ha fatto passare qua la mattina perché bisognava uscire a tutti i costi, ma come vedi il monito al più grande non è servito a molto.

– E com'è andata? Racconta!

– Niente, Edo prima era insozzato di fango anche nel buco del sedere, l'ho preso per il coppino come i gatti, che sennò mi smerdava tutto il pavimento…

–  Conosco bene quella situazione. Le pecche sparse per casa… Da me poi, che ho le piastrelle chiare…

– Ecco... Idem io, ci siamo capite. Gli ho tolto le scarpe che era ancora sospeso da terra, e le ho lanciate nella vasca, che erano totalmente coperte di melma. Gli ho dato il dosatore in mano, ci ho messo dentro detersivo e ammorbidente, e gli ho ordinato di infilarsi nell'oblò, spacciandogli la lavatrice per una nave pirata. Come ho detto “nave pirata”, ha smesso di piangere.

– E lui ci è andato?

– Beh, sì. È ancora piccolo, lo fotti con niente. Era pure tutto gasato.

– E poi?

– E poi ho messo nel cestello le perline profumate della Lenor, quelle azzurre, freschezza di primavera. Gli ho detto che erano il tesoro del pirata Jack il Rosso.

– E se l'è bevuta?

– Puoi immaginarti! Gli ho detto che Jack il Rosso aveva solcato i Sette Mari per trovare quelle perle preziose, ma non le avrebbe mai stanate finché il mio piccolo cucciolo le avrebbe custodite con sé, nascondendole nel suo galeone pirata.

– Ahah! Sei diabolica! Ho molto da imparare! Ahahah! Ma pensa…

– Aspetta, perché poi nel cassetto della lavatrice ci avrò svuotato mezzo flacone di candeggina. Ma non quella gentile, quella seria.

– Beh, immagino fosse necessario…

– Molto necessario, direi. E poi… Via! Quaranta gradi.

– Solo quaranta? Io avrei sparato sessanta… Per essere sicura… Sai, i batteri…

– … Dici che son pochi quaranta?

– No beh, sarà anche soggettivo. Io lavo quasi tutto a sessanta, ma riconosco di essere un po' fissata con l'igiene…

– Beh, non c'è nulla di male… Anzi, ora mi fai venire qualche dubbio…

– Ma no cara, dai, alla fine si trattava di fango…

– Fango, erba e purea di frutta, per la precisione.

– Quaranta dovrebbero bastare, cerchiamo di essere ottimiste! E poi com'è andato il lavaggio?

– Ah, dopo quando torno a casa vediamo, perché avevo l'asciugatrice che andava, rischiava di andare in corto tutto, quindi ho programmato l'avvio della lavatrice per le due… Dovrebbe aver finito adesso, casomai la prossima volta che ci vediamo ti faccio sapere!

– Ma certo, volentieri! Quasi quasi stasera provo anch'io, guarda in che condizioni pietose è Luca… Mi fa venire un nervoso…

– Prova, credo sia l'unica soluzione. Io glielo dicevo a Edo e ad Antonio che al parco non si corre, non si deve camminare sul pantano, o giocare con la terra. Son anni e anni che glielo dico… Oh, se sono oppositivi, testardi e non ascoltano nessuno…

– … Poi arriva Jack il Rosso, col suo tesoro!

– Eh, ci siamo capite. ANTOOO! Non correre sul fango, perché poi vedi! Vieni qua! VIENI QUA, CRISTO!

– Quando non ti fanno retta… Mi sale un veleno… Bisogna minacciare di tornare a casa, altrimenti non ti cagano neanche se stai crepando.

– Infatti adesso mi sa che vado, che devo vedere anche come sta messo Edo… E se continua così, stasera anche suo fratello, che è là che corre in mezzo alla terra e non mi caga, starà in sua compagnia. Li vedo bene, appesi tutti e due per i piedi, sul filo del bucato. Speriamo non si rompa, con tutto quel peso.


Giulia Massetto, classe 1988, proviene dalle nebbie della bassa padovana. Di giorno colf e mamma, di sabato esploratrice urbana, di notte imbratta fogli digitali di storie weird per lo più tristi e rassegnate. Un antologico grottesco dal titolo “Vieni a Locoscuro” [Eretica Edizioni] è il suo primo lavoro individuale come autrice. In lavorazione ha una nuova raccolta sulle conseguenze estreme dell'amore e un fotolibro narrativo in cerca di casa editrice.

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