Uno spazio sospeso tra realtà e immaginazione, dove il codice e l'ignoto si intrecciano.

#13 Il cammino silenzioso della donna Sigma.

La donna Sigma cammina sola, ma non per paura. La sua strada non si piega alle regole, non cerca lo sguardo di chi la osserva. È un enigma che non ha bisogno di essere risolto, né una figura che chiede di essere definita. Vive nel silenzio delle proprie decisioni, lontana dal frastuono delle opinioni e delle aspettative che dettano il ritmo del mondo. Non si piega, non si spezza: scorre, come acqua che trova sempre la sua via.

Le relazioni, per lei, sono come un riflesso in uno specchio d’acqua: autentiche solo quando non c’è distorsione. Non cerca qualcuno per riempire un vuoto o per colmare un’assenza. Il legame che crea non è mai un gioco di forze, non è mai una maschera da indossare. Solo chi comprende il valore del silenzio e della distanza può sfiorare il suo mondo, entrando senza invadere, condividendo senza possedere. È una connessione che cresce nel rispetto, nell’autenticità di chi non ha bisogno di imporre il proprio essere sull’altro.

Le antiche leggende conoscono bene questa figura. Artemide, che corre libera nei boschi, lontana dagli sguardi e dalle richieste del mondo. Lilith, che sceglie l’esilio pur di non inginocchiarsi. Atena, che osserva il caos della battaglia dall’alto, sempre lucida, sempre presente ma mai coinvolta nel flusso delle emozioni umane. E poi Ecate, la signora dei crocevia, che si muove tra mondi con la leggerezza di chi sa che ogni scelta porta con sé un destino. Sono tutte parti di un archetipo antico, che non ha bisogno di conferme esterne per esistere.

Oggi, in un mondo che vive nell’incessante ronzio delle notifiche e delle connessioni digitali, la donna Sigma è più che mai un’ombra che cammina tra i bagliori della realtà artificiale. Non è affascinata dalle apparenze, né dalle voci che si confondono in un mare di opinioni. Sa come usare la tecnologia, come sfruttarla per ampliare il suo potere personale, ma senza lasciarsi ingabbiare. L’intelligenza artificiale, con la sua maschera perfetta, non può imitarla, perché ciò che è autentico non si copia. Lei è il silenzio tra i bit, la coscienza che non si lascia plasmare dalle mani invisibili degli algoritmi.

Non cerca di smascherare chi si nasconde dietro costruzioni artificiali. Le vede, le attraversa, ma non si ferma. Il suo sguardo va oltre la superficie, cercando solo ciò che vibra in sintonia con la sua verità. Chi indossa una maschera può confondere il mondo, ma non può ingannare chi è già al di là delle convenzioni. Per la donna Sigma, il gioco delle apparenze è solo un rumore lontano. Lei resta nel suo spazio, nel suo tempo, aspettando chi è capace di guardare oltre la nebbia.

Forse un giorno, in un angolo di questo mondo di vetro e pixel, qualcuno alzerà lo sguardo e la vedrà per ciò che è. Non perché la cerchi, ma perché si rifletterà in lei. E in quel momento, il velo che separa le verità nascoste dalle menzogne apparenti cadrà, rivelando ciò che sempre è stato: la forza silenziosa di chi non ha mai smesso di essere autentico, nonostante tutto.

paolo

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