Uno spazio sospeso tra realtà e immaginazione, dove il codice e l'ignoto si intrecciano.

#4 OnlyFans: l'ultima maschera della decadenza digitale.

Nell'epoca in cui le maschere digitali si confondono con la carne e l'intimo diventa merce da vetrina, OnlyFans emerge come l'ultimo baluardo di un’economia fatta di pixel e finzioni. Un fenomeno che pare spuntato dal nulla, portando con sé il profumo pungente del denaro facile e la seduzione irresistibile dell'autopromozione sfrenata. Il tutto trova radici nell'apparente libertà di espressione. Quella presunta libertà che sta alimentando un mostro sociale.

Milioni di utenti e miliardi di dollari ($) che scorrono come un fiume impetuoso di corruzione digitale. Questo social, nato come piattaforma per artisti e creativi, ha rapidamente scavalcato i confini della creazione per abbracciare il sensazionalismo carnale. La domanda che rimane sospesa come una lama affilata è: che tipo di creatività stiamo davvero celebrando? La risposta sembra vacillare tra l’illusione di una libertà che sfuma in un vuoto accecante e la perdita di ciò che rende l’arte autentica. Già perché questa non è certo arte né tanto meno un lavoro.

La vera ombra inquietante di OnlyFans è però la sua penetrazione nelle nuove generazioni. I giovani, esposti al modello tossico dei corpi e likes, si perdono nell'illusione del successo facile e senza fatica. L’approvazione collettiva diventa una maschera che soffoca l’autenticità. È l’industria della vergogna rivestita di glamour, e mentre gli adulti fanno finta di scandalizzarsi, i giovani si perdono nel processo di costruzione della loro identità.

E’ la banalizzazione della vita. Ogni contenuto diventa un prodotto, e ogni produttore un oggetto da consumare. I confini tra vita privata e spettacolo si dissolvono, e ci ritroviamo in un mondo dove essere equivale a mostrare. L’intimità non è più qualcosa di personale e prezioso. Il digitale diventa una giostra senza fine dove chi si espone è solo un’illusione ben confezionata, e ogni interazione è ridotta al mero atto del guardare, consumare, scartare.

Ma cosa resta una volta che l’eccitazione svanisce e il riflettore si spegne? Cosa accadrà quanto tu non sarai più giovane e bella? Le menti, spesso incapaci di comprendere le conseguenze a lungo termine, si avventurano in questo gioco pericoloso. Tutto crolla sotto il peso dell'ossessione per l'apparenza. L’etica si dissolve etichettandola come stupido moralismo, lasciando spazio solo alla fame di visibilità e denaro. In un mondo dove l’economia dell’attenzione governa, la fragilità emotiva viene sfruttata e spinta verso la monetizzazione di ogni aspetto del proprio essere, con una leggerezza spaventosa.

OnlyFans è un riflesso disturbante di una società in cui i confini tra reale e virtuale sono stati strappati via. Un luogo dove tutto è concesso, ma niente ha valore. Dove il mistero e l’intimità sono morti, sacrificati sull'altare della vuota bella vita. La vera maschera non è quella indossata dai corpi nudi di OnlyFans. La vera maschera è quella della società, che si rifiuta di vedere la propria decadenza, affascinata dalle luci abbaglianti del consumo istantaneo e della spettacolarizzazione dell’intimo. Prima o poi quelle luci si spegneranno e nel buio ci domanderemo perché siamo soli.

paolo

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